Le Cantastorie non abbandonano l'AICA - Quello del Cantastorie

Quello del Cantastorie
Vai ai contenuti

Le Cantastorie non abbandonano l'AICA

SPETTACOLO POPOLARE > Cantastorie
LE CANTASTORIE NON ABBANDONANO L’A.I.CA.
 
Dopo la riunione dello scorso 3 giugno a Motteggiana sono state proposte diverse soluzioni riguardanti i problemi della continuità dell’Associazione Italiana Cantastorie che non hanno avuto esito positivo e si sono concluse con le dimissioni del Vice Presidente.
 
In questi giorni alcune cantastorie che non vogliono arrendersi di  fronte alle difficoltà stanno studiando iniziative a favore dell’A.I.CA. E’ un impegno lodevole e opportuno che non deve cadere nell’indifferenza ma deve essere sostenuto. Il testo che segue, che già conoscete viene pubblicato anche nel sito Web (quellodelcantastorie) insieme ad alcune immagini della sede dell’A.I.CA. degli Anni Settanta.
 
Pubblicherò tutte le vostre opinioni e iniziative che vorrete inviarmi e vi ringrazio della collaborazione.
 
 
Cari soci e amici A.I.CA., penso che saprete che la nostra Associazione nata nel 1947 grazie a una delle tante iniziative promosse da Lorenzo De Antiquis, attualmente continua soprattutto grazie all’impegno e ai sacrifici della figlia Dedi.
 
Nei mesi scorsi su FaceBook è stata lanciata una richiesta di donazioni a favore dell’A.I.CA. che però non ha avuto un esito soddisfacente. Non è stata un’iniziativa certamente felice pensando anche che uno dei motivi più importanti per la nascita dell’Associazione è stato quello di dare dignità alla figura dei cantastorie spesso considerati alla stregua di mendicanti.
 
Questo ha indotto il Consiglio direttivo a organizzare una riunione che si è svolta il 3 giugno scorso a Motteggiana,  prima dello svolgimento  del “Giorno di Giovanna”: lo scopo era di avviare una serie di considerazioni sulle condizioni dell’A.I.CA.. che ormai da molti anni sopravvive solo grazie alla presenza di Dedi. L’attenzione era rivolta non solo alla situazione dell’Archivio e alla sua conservazione integrale, ma anche alla possibilità di contribuire all’organizzazione di  spettacoli, incontri, mostre e altre iniziative per i cantastorie.
 
Alla riunione erano presenti il Vice Presidente Gian Paolo Borghi, i consiglieri Lisetta Luchini e Tiziana Oppizzi e inoltre  Claudio Piccoli, Wainer Mazza, Remo Vigorelli e il sottoscritto. Assenti la Presidente Dedi, il Segretario Fabrizio Cresti, i Consiglieri Gianni Molinari, Angelamaria Golfarelli e Francesca Prestia, Ambasciatrice A.I.CA. per la Calabria.
 
Non so se il Consiglio direttivo abbia già provveduto a informarvi degli sviluppi della situazione: questo mio intervento riassuntivo (che sarà pubblicato anche nel mio sito (quellodelcantastorie) esprime solo la mia opinione e non ha nessuna intenzione di influenzarvi: ovviamente chiunque potrà chiedere ulteriori chiarimenti ai diretti interessati, soprattutto pensando al  futuro.
 
Sin dall’inizio l’obiettivo su cui puntare riguardava l’A.I.CA. con la sua attività di promozione e organizzazione di eventi e la sua sede intesa come archivio. Ben presto l’attenzione è sta rivolta soprattutto all’attività ponendo in secondo piano il problema della conservazione dei documenti dell’Archivio.
 
Santarcangelo di Romagna, che da anni ospita la Sagra Nazionale dei Cantastorie (preceduta, secondo una felice intuizione di Lorenzo De Antiquis, dalle tappe di avvicinamento, Casalecchio e Bagnacavallo), in realtà è diventata anche la sede virtuale dell’A.I.CA. grazie a Remo Vigorelli e al suo importante e decisivo  impegno.
 
Questa è la mia opinione per quel che riguarda la realtà attuale dell’A.I.CA. : a questo punto, però, non dovrebbe passare in secondo piano  l’aspetto, culturale, sociale e umano  della Sede/Archivio custodita da Dedi De Antiquis, che con grande abnegazione, sacrifici e rispetto della tradizione famigliare, ne garantisce l’integrità.
 
 
Si rende dunque  necessaria un’iniziativa con la quale tutti i soci e i sostenitori della tradizione dei cantastorie dovrebbero essere i sostenitori, coinvolgendo insieme al Comune di Forlì, le associazioni culturali, i mezzi di stampa, l’opinione pubblica. La sede A.I.CA. potrebbe diventare un punto  pubblico di informazione e documentazione non solo del mondo della cultura popolare, ma anche della stessa città di Forlì di cui non si può ignorare che l’Associazione faccia parte della sua storia.
 
 
Sin dall’inizio il Vice Presidente ha proposto di procedere  con cautela, una precauzione  esagerata, in quanto, per  le condizioni dell’Associazione, che un tempo aveva conosciuto stagioni migliori per tanti motivi , era ormai necessario pensare, insieme alla continuità  operativa, soprattutto alla all’Archivio e la sua sede. Le difficoltà di Borghi nell’affrontare in prima persona tali problemi nascevano da uno scarso interesse per i cantastorie e il loro mondo che per lui era estraneo alla sua cultura, come risulta dal suo intervento, come Vice Presidente dell’A.I.CA., nel corso di un’inchiesta pubblicata dalla rivista “Il Cantastorie”  negli anni ’90 (allegato “A.i.CA. ’97).
 
Borghi ha sintetizzato in questo modo le sue dimissioni: “Avendo inoltre fallito un compito affidatomi da Lorenzino, sarei intenzionato anche a dimettermi da vicepresidente dell’AICALDA”… era veramente un impegno così difficile da mantenere?
 
Tra le varie possibili sedi dell’A.I.CA., oltre a Forlì e Parma (capitale della cultura nel 2020,con la presenza di Fabrizio Cresti e del suo Parco Divertimenti Gommaland) era stata indicata quella di Motteggiana dove Borghi presiedeva la giuria del concorso per testi da cantastorie dedicato a Giovanna Daffini.
 
Da un incontro con il nuovo Sindaco il Vice Presidente aveva saputo dell’intenzione di ridimensionare l’iniziativa a causa dei problemi che hanno oggi i Comuni e le altre istituzioni pubbliche. Temendo  che il concorso potesse diventare una realtà locale perdendo la sua identità iniziale, aveva informato il Consiglio dell’A.I.CA.  chiedendo consigli e proposte che però si presentarono ben presto improponibili, come, ad esempio, aumentare a due le giornate del convegno/concorso e altre novità che avrebbero aumentato le spese. Nonostante la solidarietà del Consiglio direttivo dell’A.I.CA.  Borghi ha deciso di dare le dimissioni dalla manifestazione di Motteggiana.
 
Da tre anni non faccio più parte della  commissione del concorso perché, proprio in occasione di una  riunione del Premio, a una mia affermazione di aver conosciuto Giovanna Daffini,  Borghi con animosità aveva gettato fango sulla sue persona. In seguito ha dichiarato che si era trattato di un equivoco! In realtà chi si comporti in quel modo non è degno del “Giorno di Giovanna”. Comunque continuo a seguire Motteggiana con il mio sito dove si trova un’ampia rassegna delle edizioni del “Giorno di Giovanna” dal 1994 ad oggi.
 
Riguardo il Concorso per testi da cantastorie i problemi che potrebbero sorgere per la continuità  dell’importante manifestazione di Motteggiana non stanno nel cambio della persona incaricata dello svolgimento del concorso, ma nell’attuale regolamento previsto dal Bando del concorso.
 
Penso che sia quindi necessario definire chiaramente il tema del concorso per cui è nato: concorso per testi da cantastorie. Infatti, nelle varie edizioni, il tema originale è andato via  via perdendosi per cui attualmente è diventato un banale concorso per canzoni (alcune certamente importanti) che però non hanno niente a che fare con i cantastorie. Non esiste il pericolo, da alcuni temuto, dell’intervento di associazioni di paese o con velleità folkloristiche.
 
Il Bando non può essere al servizio dei concorrenti, ma attraverso un regolamento ben definito e articolato, deve offrire motivi di ispirazione per testi e musiche e mantenere la sua iniziale caratteristica, quella di essere una manifestazione dedicata alla tradizione dei cantastorie secondo le differenti caratteristiche dei  repertori, delle musiche, dei modi di proporsi al pubblico, delle varie aree geografiche originarie e, inoltre, tenere anche conto di quelle nuove presenze artistiche che oggi fanno parte dello spettacolo popolare.
 
g. v.
 
 
                                                                                                                Il Cantastorie
 
Cantastorie oggi?
 
Risponde 1'A.I.CA.
 
L'inchiesta condotta sulle pagine di questa rivista ha confermato l'interesse che da alcuni anni viene rivolto all'espressività di strada, indipendentemente dalla presenza della figura del cantastorie di strada. L'alto numero di risposte pervenute, inoltre, consente di conoscere in maniera soddisfacente le opinioni degli addetti ai lavori, dagli artisti agli studiosi. I loro contributi sono di certo utili all'abbozzo di prime analisi su forme e modi di fare spettacolo "popolare" (ha ancora un senso questa definizione?) in realtà spesso differenziate e sempre pia metropolitane e multietniche.
 
Da molto tempo avverto la necessità di un profondo cambiamento, nel rispetto delle radici ma anche nella consapevolezza del nostro tempo e delle aspettative delle nuove generazioni sia di. artisti che di pubblico.
 
Non ritenendomi un "opinionista", aderisco con una certa ritrosia all'invito di Giorgio Vezzani a "entra­re" in questo dibattito. Le mie riserve sono di varia "provenienza", ma sono innanzi tutto determinate dal disagio che incontro in questi anni nel collaborare al coordinamento di attività spettacolari che, a mio avviso, risentono piu che mai di un serio lavoro di ridefinizione. In ogni caso, non è comunque facile "comunicare" con una committenza che sostanzialmente si presenta con due principali e opposte esigenze: il desiderio di proporre a un certo tipo di pubblico incontri con personaggi ormai "rarissimi", vere e proprie "reliquie" di un passato ormai ridotto al lumicino e spesso accomunato ai cibi genuini e ai profumi del bel tempo che fu; la possibilità di poter disporre (magari a cachet ridottissimi o a puri rimborsi o a "cappello"...) delle piu diverse esemplificazioni di tutto ciò che secondo un certo immagi­nario costituisce "teatro di strada", innovazione ecc., con il risultato di cercare la pedissequa imitazione dei piu noti festival del settore.
 
Proseguendo nelle mie riflessioni a voce alta preciso che da anni cerco peraltro di far comprendere che la tradizione non può essere la cura per tutti i mali e che se certe forme di spettacolo sono sempre pia cadute nel dimenticatoio qualche altro motivo dovrà pur esserci oltre l'indifferenza dei mass media e le limitazioni instaurate dalla burocrazia e dell'autoritarismo. I ricambi generazionali, per esempio, non contano nulla? Riproporre per anni e anni gli stessi repertori non può essere anche questo causa di declino e di allontanamento anche da parte del pubblico piu affezionato? Da almeno un decennio assisto a spettacoli di cantastorie che, come se nulla fosse, eseguono immancabilmente le stesse canzoni provo­cando, tra l'altro, oggettive difficoltà per una loro riproposizione in certi spazi o in certi ambiti. Non è certo una scoperta da terzo millennio appurare che un arricchimento repertoriale (nel solco o meno della tradizione...) è vita per qualsiasi forma di spettacolo.
 
Una volta stabilito che l'attività dei cantastorie non è finita e che "deve" proseguire, ritengo indispensa­bile una sostanziale riorganizzazione dell'associazionismo di categoria che, partendo magari dalle espe­rienze a suo tempo maturate dall'Associazione Italiana Cantastorie (A.I.CA.), possa realmente seguire tutte le problematiche di questo settore artistico tutt'altro che garantito.
 
                                                                                            GianPaolo Borghi
 
                                                                                Vice Presidente A.I.C.A
 
 
 
(Il Cantastorie,  n. 53, 1997, p. 12)

Forlì. 1972, l’Archivio e la cassetta per la corrispondenza dell’A.I.CA.


Lorenzo De Antiquis e la figlia Dedi nella sede dell’Associazione

 
I testi e le immagini contenuti nel presente sito, sono di proprietà esclusiva di Giorgio Vezzani(quellodelcantastorie@gmail.com)che diffida chiunque dall'uso delle stesse non espressamente autorizzato, ad eccezione dei contenuti dove viene direttamente citata la fonte. Il presente sito è di carattere esclusivamente divulgativo e non a fini di lucro.
Torna ai contenuti