Quando i canzonettisti diventarono cantastorie
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Quando i canzonettisti diventarono cantastorie
Nel 1947 nasce l’A.I.C.A., Associazione Italiana Canzonettisti ideata e resa efficace per la dignità dei cantori ambulanti da Lorenzo De Antiquis. Nel 1954 il Convegno di Bologna apre la strada alle iniziative di spettacolo dedicate ai cantastorie che continuano anche oggi..
Nel 2017 due istituzioni pubbliche hanno celebrato il 70° anniversario della loro fondazione: la Costituzione Italiana e l’”Associazione Italiana Cantastorie”.
Forse potrà sembrare irriverente collegare questi due importanti avvenimenti, ma è la dimostrazione che anche il mondo popolare, in questo caso lo spettacolo i cui protagonisti spesso venivano identificati come mendicanti, possiede valori sociali e culturali espressi con grande dignità.
Nei primi articoli della Costituzione è dichiarato che “l’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”, “La Repubblica garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità”, tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.
Negli articoli dello statuto dell’A.I.C.A. (“Associazione Italiana Canzonettisti”, come si definivano nel 1947) viene stabilito che “Tutti coloro che cantano e vendono canzonette sulle piazze possono essere iscritti all’Associazione” che “L’A.I.C.A. si prefigge di fiancheggiare l’opera dei Sindacati Venditori Ambulanti dello Spettacolo Viaggiante, per agevolare e sostenere i canzonettisti ambulanti” e “Si ispira al motto “Amici con tutti” e auspica che i soci si iscrivano ai propri Sindacati”.
In seguito, grazie all’operato dei Presidenti (Silvagni, Cagliari, Bruzzi, De Antiquis e attualmente da sua figlia Dedi) insieme ai loro collaboratori, nel corso degli anni ha saputo adeguarsi alle mutate condizioni sociali e culturali e continuare a difendere i valori e la dignità dei cantori ambulanti: non deve essere considerata come promotrice di spettacoli ma può in modo efficace collaborare con le istituzioni pubbliche e private per spettacoli, rassegne, convegni.
Forlì. 1972, l’Archivio e la cassetta per la corrispondenza dell’A.I.CA.
Lorenzo De Antiquis e la figlia Dedi nella sede dell’Associazione
LA STORIA DELL’A.I.C.A. ATTRAVERSO I DOCUMENTI DELL’ARCHIVIO DELL’ASSOCIAZIONE
Grazie all’impegno e all’opera diligente di Lorenzo De Antiquis è possibile ripercorre la storia dell’Associazione nata nel 1947 dopo precedenti esperienze negli anni Venti e Trenta.
Il suo archivio comprende numerosi faldoni insieme ad altri importanti documenti, dischi fogli volanti e canzonieri, attualmente conservati con cura e dedizione nella sede di Forlì dalla figlia Dedi De Antiquis.
Alla fine del secondo conflitto mondiale del secolo scorso, così Lorenzo De Antiquis ricorda il ritorno alla normalità e la ripresa dell’attività dei cantori ambulanti che ritornano a frequentare piazze, fiere e mercati:
(…)
“Nel 1947, casualmente, alla Fiera di Foligno che si svolge il 13 settembre, si trovavano nella stessa città di Foligno diversi cantastorie; erano addirittura due o tre squadre di cantastorie, perché a Foligno, oltre al fatto che questa fiera del 13 settembre, che mi pare si chiama di San Valeriano, aveva una importanza economica per i cantastorie ma c'è anche il fatto che a Foligno c'è la famosa Tipografia Giuseppe Campi che serviva tutti i cantastorie. Allora, non solo De Antiquis, ma anche gli altri hanno calcolato: “Andiamo a fare là fiera e intanto ci riforniamo di stampa”. [...] Quel giorno si trovavano a Foligno: Piazza Marino con Giuseppe Dian e Mario Bruzzi che suonava la tromba, era una bella attrazione; la compagnia di Piazza Marino era: Mario Bruzzi, Piazza Marino e Giuseppe Dian che era molto bravo a imbonire e suonava la fisarmonica oltre a cantare. Quella era una delle squadre, e poi c'era una squadra di Valvori, vicino sotto Roma, là si erano formate nel secondo dopoguerra diverse squadre di buoni cantastorie: tre o quattro elementi; chi suonava la batteria, cioè il tamburo, chi la chitarra, chi la fisarmonica. Poi c'era la Di Meo, un'altra squadra di laggiù, poi c'era De Antiquis che aveva una partner romana che cantava in romanesco. De Antiquis aveva sempre delle belle trovatelle e questa signora che cantava bene nei dintorni di Roma [canta]: «Quanto sei bella Roma / quanto sei bella Roma 'a prima sera...». Era uno dei numeri che cantava questa signora, lasciamola innominata.
La giornata si è svolta, tutti hanno fatto il loro lavoro, alla sera siamo andati a mangiare tutti nella «piola», nella trattoria più vicina. Ognuno non ha riferito quanti soldi avesse fatto; non si dice; non esisteva ancora I'A.I.C.A., quindi non c'era nemmeno il famoso articolo nove che nel primo statuto, che è stato modificato, diceva che quando si trovano in piazza si devono accordare. Il primo statuto dell'A.I.C.A. l'ho fatto io nel Quarantasei e l'altro, il secondo, l'ho fatto sempre io nel 1972. Allora, dicevo, eravamo nella piola a mangiare e “onestamente” nessuno aveva detto dove andava a fare il mercato il giorno dopo, perché anche dire dove uno sarebbe andato a fare una fiera o un mercato il giorno dopo era un segreto professionale e siccome avevamo tutti l'abbonamento ferroviario della tredicesima serie, che permetteva di girare da Roma in su, cioè cinque o sei regioni da viaggiare alla modica spesa di circa seimila lire al mese.
De Antiquis, il giorno dopo, aveva progettato di andare alla fiera del 14 settembre alle Crocette di Castelfidardo; è andato con la partner a passare la notte ad Ancona e il giorno dopo arriva prestino a Osimo per prendere la corriera per Crocette di Castelfidardo. Alla stazione di Osimo, con il treno successivo, arriva Piazza Marino con altri quattro o cinque cantastorie ed un'altra comitiva che è arrivata con mezzi propri. Ci siamo trovati a Crocette in sette o otto, in una fiera dove basta uno perché è una fierina; non è certo quella di Foligno. C'era anche un certo Pedacchia Lino di Rieti. “Ma dico, ragazzi! Se ci davamo l'appuntamento non eravamo tutti qua!”. Siccome De Antiquis aveva già organizzato già prima della guerra un altro gruppo di cantastorie [...], ma dopo un po' si erano dissolti; era passata la guerra, tutto da rifare, era stato proprio Piazza Marino a dire: “Beh... dato che siamo qua tutti, rifacciamo quel sindacato che avevamo prima, almeno possiamo dire le nostre ragioni! Gli ambulanti ce l'hanno”. E hanno dato l'incarico a me. I due sindacati precedenti non avevano funzionato, anche se si erano iscritti quasi tutti, perché era venuta la guerra, e poi ci voleva anche la burocrazia, l'apparato, perché bisognava starci sopra, perché se non c'era uno... [...]. Allora nel Quarantasei ci ritroviamo; Marino [Piazza] dice: “dài De Antiquis, avevi fatto l'associazione dei cantastorie, adesso bisogna rifarla”. “Beh — ho detto io — datemi un po' di tempo per stendere lo statuto”. Infatti il 6 novembre ci siamo ritrovati all'Osteria del Gallo, a Rimini, dove si andava a mangiare tutti perché era adatta da cantastorie e si trovava vicino a dove abitava Silvagni Alfredo. Lì io dico che il sindacato non era adatto per noi e che noi dovevamo fare un'associazione, chiedendo però l'appoggio dei vari sindacati ambulanti che ci sono nelle varie città, perché noi da soli non abbiamo la forza, non avevamo ancora cominciato a fare i nostri raduni e quindi non avevamo la forza. Dati i nuovi tempi, avevamo pensato di offrire la carica di presidente a Silvagni Alfredo che era stato perseguitato politico e, in quel momento, la sua figura di vecchio socialista poteva essere molto adatta a presentare ai nuovi organismi, come si chiamavano allora e erano l'emanazione dei Comitati di Liberazione Nazionale. Naturalmente, l'organizzazione, la dovevo fare io, e allora: presidente Silvagni Alfredo e segretario Lorenzo De Antiquis; da lì è venuto fuori tutte quelle manifestazioni che in seguito ci hanno portato a diventare un'entità nota, anche se di scarso numero, ma di notorietà. Lo scopo principale per il quale abbiamo fatto l'organizzazione, era quello di conservare i posti di lavoro, perché per andare in piazza — adesso si trovano delle agevolazioni - ma il fatto del posteggio è sempre stato un problema: gli ambulanti che si lamentavano che questi cantastorie con quei canti, con quei suoni, davano disturbo a loro; quando poi gli ambulanti sono diventati banchi che vendono i dischi e altre cose che facevano concorrenza a noi, ecco che i tempi cambiano, se prima si lamentavano gli ambulanti, adesso si lamentano i cantastorie; le solite lotte di lavoro, di egoismo individuale, perché l’uomo è egoista”.
(…)
(Da G. P. Borghi-G. Vezzani, “C’era una volta un “treppo”… Cantastorie e poeti popolari in Italia settentrionale dalla fine dell’Ottocento agli anni Ottanta”, vol. I, 1988, pp. 133-135)
La prima riunione dell’A.I.C.A
Dai documenti dell’Archivio dell’Associazione
In Rimini la sera del 6 novembre 1947 si sono ritrovati i sottoscritti canzonettisti.
In questa riunione è stato incaricato il canzonettista De Antiquis Lorenzo delle funzioni di Segretario organizzatore ed è stato, per acclamazione, nominato il canzonettista SILVA ALFREDO, Presidente dell'Associazione.
Si firmano i soci fondatori:
De Antiquis Lorenzo - Silvagni Alfredo - Parenti Giovanni - Magnifico Vincenzo - Gasberaglio Elsa -Dian Giuseppe - Piazza Marino"
La successiva riunione si svolge a Forti il 13 maggio 1948 in preparazione del 1: Consiglio Direttivo dell'A.I.C.A:
RIUNIONE INAUGURALE DEL CONSIGLIO DIRETTIVO - ORDINE DEL GIORNO IN DISCUSSIONE
1° Tesseramento e organizzazione
2° Pubblicazione di un Canzoniere Bollettino dell'A.I.C.A.
3° Norme per l'accettazione di nuove domande
4° Richiamo ai canzonettisti sul modo e i luoghi ove si lavora.
5° Onoranze a colleghi scomparsi
6° Varie
RELATORI
1° Comma: De Antiquis quale Segretario.
2° “ Alfredo Silvagni Presidente A.I.C.A.
3° “ Piazza Marino Consigliere
4° “ Silvagni Alfredo
5° “ Silvagni e Parenti
6° “ Scandellari Tonino
IL PRESIDENTE
SILVAGNI ALFREDO
Nasce anche l’organo ufficiale dell’Associazione, “La Voce del Canzonettista” con sede a Forlì, in via Bacilina, presso il Sindacato Venditori Ambulanti.
Nel Numero 1 del 1948 viene pubblicato il resoconto della Riunione Augurale del Consiglio Direttivo e nei successivi documenti continua la storia dell’A.I.C.A.
La “Voce del Canzonettista” è in vendita presso: Silvagni Alfredo Presidente A.I.C.A. – Edicola Giornali – Corso Garibaldi - Rimini – Piazza Marino Consigliere A.I.C.A. – Via Bombelli – Borgo Panigale (Bologna) – Elba Cresti, Via Nazario Sauro 27 – Forlì. Compilatore responsabile Lorenzo De Antiquis, Segretario dell’Associazione Italiana Canzonettisti Ambulanti.
(Dal foglio volante Basta/Con le guerre, verso La canzoni nuove del 1949, stampato a cura di Lorenzo De Antiquis – C.T.R. Distribuzione Elba Cresti Via Nazario Sauro 27, s.d. 1949])
Dal foglio volante La Voce del Canzonettista/con le parodie ed i successi trasmessi alla Radio, Casa Ed. G. Campi - Foligno, s.d. [1950]
(Dal foglio volante La Voce del Canzonettista/con le parodie ed i successi trasmessi alla Radio, Casa Ed. G. Campi . Foligno, s.d. [1950])
(Dal foglio volante Pubblicazione Periodica Agosto 1950 – N. 7 Canzoniere Serie C/La Voce del -3-1951Pres. Dell’Assoc. (Ed. Giorn.) – Rimini
(Dal quotidiano Progresso d’Italia, 31-1-1951)
Il 1953 si apre con il resoconto della seduta del Consiglio svoltasi a Bologna il 13 febbraio, dove insieme al resoconto dei vari interventi dei Soci presenti, il “Consiglio Direttivo approva la pubblicazione di un bollettino sul disastro dell’Europa del Nord, con 0,50 a favore dell’A.I.C.A. da pubblicare sotto l’egida dell’Associazione a spese del Consigliere Piazza, anticipando l’offerta di L. 5.000 a pro alluvionati del Nord Europa, a nome dell’A.I.C.A.. La poesia sarà scritta gratuitamente del Presidente”. [Gaetano Cagliari]
Nel corso dell’anno l’Associazione riesce a svolgere la sua attività in modo migliore entrando a far parte dell’Associazione Nazionale Venditori Ambulanti che appoggia le sue esigenze facendole conoscere a un pubblico più vasto.
Il Segretario Lorenzo De Antiquis informa il Presidente Gaetano Cagliari sulla possibilità di un convegno dei cantastorie a Forlì:
ASSOCIAZIONE ITALIANA CANTASTORIE SEDE D1 FORL1
Caro 'Presidente Cagliari. Forlì 9/12/1953
In riscontro alla tua gradita del 3, u.s
.Ti ringrazio dei complimenti che ho assai gradito.
(…)
Circa la manifestazione Nazionale dei Cantastorie da tenersi a Forlì in occasione della Madonna del Fuoco siamo a questo punto:
Il Dottor Fusaroli dell' Agenzia ANSA di Bologna (leggi "Il Resto del Carlino") è il nostro patrocinatore. Lo scopo è quello di ritrarne articoli di "colore" sui i Cantastorie da pubblicarsi nella Stampa le e anche per farne oggetto di un Servizio Stampa fotografico di alcuni importanti settimanali. Venerdì prossimo è probabile che a Bologna, siano fotografati i Canzonettisti mentre lavorano. In ogni modo il 4 Febbraio a Forlì saremo ciitati nella Stampa di tutta Italia. Ma è quasi certo che sarà una vera e propria Manifestazione che chiameremo Congresso o Convegno. Mettiti in contatto con il Dott. Fusaroli—Direttore Agenzia ANSA Via Gramsci, 5, Bologna.
(…)
Interviene il Dottor Fusaroli e intuendo la possibilità di un grande evento di “colore” (e di grande importanza per i cantastorie, come pensava De Antiquis) risponde all’A.I.CA. e si occupa dell’organizzazione del Congresso con il quale, a a Bologna l’11 aprile 1954, i canzonettisti “diventeranno” cantastorie.
Con il seguente Notiziario l’A.I.CA invita tutti gli associati e le successive lettere a prepararsi per il prossimo Congresso
(Da La Voce del Canzonettista Notiziario dell’A.I.CA. 1-1-1954 N. 10/L’INCONTRO DEI 4 GRANDI 7 GIUGNO, verso La voce del Canzonettista 1954, Direttore responsabile M. Piazza, Tipografia Arti Grafiche Elio Gualandi, Bologna -1-1-1954)
La canzone del Congresso dei
Cantastorie
I
In mezzo a tante idee e tante glorie
al pari di partiti e movimenti
sono a congresso tutti i Cantastorie
allegri armoniosi e sorridenti.
La prima idea di Piazza Marino
che disse un giorno con Lorenzino
fu alla Fiera delle Crocette
dopo venduto le canzonette
mentre la gente ancora cantava
l'associazione lì si formava
Dian Pedacchia Bobi e Parenti
di quell'idea furon contenti.
Lorenzo Segretario l’incarico accettò
A Benevento lo Statuto di notte preparò.
II
Ci ritrovammo dopo senza fallo
a Rimini alla Trattoria del Gallo
Silvagni Alfredo era reticente
ma dopo fu eletto Presidente.
Ecco già nata l'Associazione
lavoratori della canzone
da tutta Italia hanno aderito
andiamo d'accordo con ogni partito
siamo i cronisti più popolari
andiamo a scoprire tutti gli altari
non lo facciamo per cattiveria
tutto per ridere non roba seria.
Evviva l'allegria evviva il buon umor.
è questo il congresso che a noi sta tanto a cuor.
III
Or tutti i cantastorie all'adunata
dovran trattare tutte le questioni
prima di concluder la giornata
ognun farà le sue esibizioni.
Canzoni allegre, tragedie e fatti,
marito e moglie che rompono i piatti.
Fausto Coppi che vince in volata
la volpe sui tetti era scappata
i quattro grandi in discussione
evviva la pace e abbasso il cannone
i fidanzati sulla Lambretta
cantano in coro la canzonetta
E questa associazione è nata per cantar
Cent'anni d'allegria con noi si può campar.
(Dal foglio volante La Voce del canzonerrista Notiziario dell’A.I.CA, 21-2-1954 N. 11/La maglia del 7 giugno, verso La canzone del Congresso dei Cantastorie, Bologna -2-1954, Tipografia Arti Grafiche Elio Gualandi, Direttore responsabile M. Piazza)
Marzo
Marino Piazza
Lettere 1954
Aprile
Maggio
Il Congresso dei cantastorie alla trattoria Profeti
Gaetano Cagliari Presidente dell’A.I.C.A.
Rassegna a stampa Congresso dei Cantastorie
Bologna, 11 aprile 1954
Gaetano Cagliari e la figlia Roma (Da In versi e in musica l’annuncio del primo congresso dei cantastorie, Giorgio Fusi, “il Resto del Carlino”, aprile 1954)
Cantastorie a congresso in aprile a Bologna, “Avanti!”, 19-2
Mettono in musica miracoli e fattacci, Ferrante Azzali, “Settimana Incom”, n. 11, 13-3
Ci canteranno in musica le loro ragioni sindacali, Fulvio Apolloni, marzo , …
Il primo congresso dei cantastorie, Sandro Sandrini, “il Resto del Carlino”, 4-4
In versi e in musica l’annuncio del primo congresso dei cantastorie, Giorgio Fusi, “il Resto del Carlino”
I bardi dei giorni nostri fanno assise in una osteria, Dario Zanasi, “il Resto del Carlino”, 8-4
Si riuniscono a Bologna i cantastorie gente che vive di pane vino e poesia. a. d., “, 10-4, …
I cantastorie italiani convenuti a Bologna, F., “Il Giornale d’Italia”, 11-4
Pane pietanza e mazurche al primo convegno dei cantastorie, , “Carlino Sera”, 12-4
Scrivono la storia sul ritmo d’una canzone i cronisti più popolari del mondo, Lino Luciani, “Sorrisi e Canzoni”
[Bologna – Si è concluso sotto le Due Torri il primo congresso… (didascalia fotografia), “L’Avvenire d’Italia”, 13 aprile]
Il congresso a Bologna degli ultimi “trovatori”, Giorgio Pecorini, “Corriere d’Informazione” 12/13-4
Stravaganti anche a congresso i cantastorie riuniti a Bologna, Guido Nòzzoli, …
Gli eredi degli antichi trovatori alle prese col problema del plateatico, Rinaldo Rinaldi, …
Chiedono libertà i cantastorie a congresso, Leopoldo Sofisti,” Il Giornale d’Italia”, 13-4
Bevendo e cantando i poeti della strada divertono Bologna, Carlo Brazzi, …
I motivi più cari al popolo nella musa dei moderni giullari, Rinaldo Rinaldi, …
Protesta in rime baciate contro i Vigili Urbani, “Carlino Sera”, 12-4
Anche Gigli è un cantastorie, Leopoldi Sofisti, “Visto”, aprile
I cantastorie d’Italia si sono riuniti a congresso, Franco Alessi, “Oggi”, n. 16, 22-4
Cantastorie a congresso , …
Concluso fra balli e canti il Congresso dei cantastorie, “l’Unità del lunedì”, 12-4
[Il congresso dei cantastorie, Severo Boschi e Giorgio Fusi, il Resto del Calino, 24-3] (copia dattiloscritta dell’articolo)